Il seme


Il seme è a tutti gli effetti un nuovo organismo geneticamente diverso dai genitori.
Questa caratteristica consentirà al nuovo individuo una sostanziale variabilità all’interno della specie a cui appartiene e questo è basilare per adattarsi ad eventuali modificazioni climatiche dell’ambiente che lo circonderà.
I semi assumono forme, colori e dimensioni diverse a seconda delle specie.
Nell’ambito delle piante carnivore e proto carnivore, la Proboscidea (Foto a destra 'C') è quella che produce i semi più voluminosi in fatto di dimensioni, mentre quelli del genere Sarracenia (Foto a destra 'B') possono essere considerati relativamente grandi rispetto ai semi delle Drosere (Foto a destra 'A') paragonabili a granelli di sabbia.
Indipendentemente dalle loro dimensioni e dalla specie a cui essi appartengono, i semi possono essere suddivisi in tre parti principali.
L’embrione, frutto dello sviluppo dello zigote è senza ombra di dubbio la parte più importante del seme che rappresenterà la nuova pianta.
L’embrione è composto a sua volta dalla radicula, una sorta di piccola radice destinata a divenire in futuro il vero apparato radicale, dall’ ipocotile che rappresenta un abbozzo del fusto ed in fine dai cotiledoni, piccole foglioline carnose, che avranno la funzione di nutrimento dell’ embrione dall'inizio della germinazione fino allo sviluppo del vero apparato radicale.
Mentre nelle gimnosperme i cotiledoni possono essere numerosi, nelle angiosperme si riducono al massimo a due elementi.
Quando l’embrione raggiunge un determinato livello di sviluppo, le cellule in esso contenute cessano la loro divisione e duplicazione e questo porta ad una blocco di crescita dell’embrione stesso, una fase denominata di “vita quiescente” che può perdurare per lunghi tempi.
Accanto all’embrione, si trova l'endosperma, un tessuto che avvolge l'embrione e ha il compito di fornire la nutrizione all’embrione stesso durante l’intero sviluppo.
Nelle angiosperme invece è il frutto dell’unione tra due gameti femminili ed uno maschile ed è presente in piccole parti rispetto ad esempio a quello presente nelle gimnosperme, poiché il compito di apportare nutrimento all’embrione, è svolto in gran parte dai cotiledoni.
L’ultima parte del seme è costituita dall’ episperma un struttura di tegumenti, strutture più o meno resistenti che rivestono e proteggono l’embrione e l’endosperma.
L’azione di protezione da parte dei tegumenti previene principalmente il disseccamento dell’embrione e ad evita che l’acqua penetri all’interno del seme innescando la germinazione in periodi dell’anno non propriamente favorevoli.